I telefoni trillavano in continuazione, il ticchettio delle macchine da scrivere era un tappeto infinito che accoglieva fin dall’inizio delle scale: chi veniva convocato entrava tremando. Perché da quelle stanze dipendeva l’attività dell’intero stabilimento Fiat di Cassino e la vita dei suoi dodicimila dipendenti.

C’era tutto, strutturato in una rigida gerarchia: com’era la Fiat un tempo. Dopotutto, i cadetti di casa Agnelli dovevano obbligatoriamente passare per il servizio militare in Cavalleria. I vertici in alto, la base a terra.

Al quarto piano c’era il Direttore: lì un tempo potevano salire solo una parte dei 70 capi che governavano la fabbrica e la produzione. E quando Il Direttore usciva da lì lo si veniva a sapere con un paio di giorni d’anticipo affinché tutto fosse in ordine. Poi, via via a scendere, le aree più a contatto con la vita reale: al Primo Piano c’era l’area dove venivano convocati i dipendenti: assunzioni, lettere disciplinari, pensioni, licenziamenti, tutto veniva governato da lì. Giù c’era un piano con un’area blindata nella quale aveva sede la banca interna dove venivano liquidate le buste paga, ritirate personalmente dai lavoratori e pagate in contanti.

AAA Vendesi palazzina

La Palazzi Uffici

Stellantis ha messo in vendita la storica Palazzina che ospita da mezzo secolo il centro strategico, la direzione e tutti gli uffici dello stabilimento di Cassino. La vendita è stata affidata alla filiale di Torino della Ipi Agency che si sta occupando anche della vendita dei capannoni Maserati di Grugliasco, del palazzo direzionale di Corso Vittorio Emanuele a Torino, degli altrettanto storici locali di via Nizza al Lingotto di Torino.

L’annuncio è pubblico: è il segno che tutti gli stackeholder del territorio non sono riusciti in questi mesi a trovare un acquirente interessato.

La Palazzina Uffici di Cassino, indicata come ‘Building 15‘ viene offerta ad 1,6 milioni di euro per i suoi 7mila metri quadrati di spazi, divisi su su 4 livelli fuori terra ed uno interrato, più autorimessa ed ampia corte esclusiva adibita a verde e parcheggi. Corredano la proposta anche quattro planimetrie.

Buona parte di quegli uffici si è svuotata con l’avvento dell’elettronica e dell’informatica che ha reso superflue molte delle operazioni svolte prima manualmente. Le decine di impiegate che si occupavano delle buste paga sono state sostituite da un software; non serve più chi conti le banconote e le infili nelle buste: ora c’è l’accredito sul conto. Poco alla volta, intere aree del Buliding 15 sono diventate dei locali fantasma.

Nessuno informato

Le planimetrie allegate

Sul territorio tutti giurano di saperne nulla. Il Consorzio Industriale del Lazio dice «Lo stiamo sapendo da voi, ma trattandosi di uffici non erano tenuti ad informarci». Forse per cortesia istituzionale, si. Unindustria ne sa meno ancora: «Non sono più nostri associati da tempo» ricordano dall’associazione degli industriali. Nessuna parola né dal sindaco di Cassino né dal sindacato: eppure l’annuncio della vendita è ufficiale dal 24 ottobre.

Nello scorso mese di marzo il Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, è stato a Cassino Plant per annunciare la nuova mission dello stabilimento: la produzione di automobili premium realizzate sulla nuova piattaforma Stla Large. Attualmente Cassino produce le Maserati Grecale, le Alfa Romeo Giulia e Stelvio.

Resta però da capire il ruolo strategico di Cassino Plant: negli Anni 70 era un’immensa officina nella quale si assemblavano le 126, poi le 131 e via via i vari modelli. La svolta è arrivata negli Anni ’90 quando ha iniziato ad essere anche centro di sviluppo dei modelli, migliorando on site le tecnologie di processo. Anni dopo, grazie alla fibra ottica, lo sviluppo dei modelli ottenne un impulso straordinario dalle implementazioni proposte direttamente dai lavoratori che stavano sulla linea.

Nuovo direttore

Una delle linee di Cassino Plant

Ma Cassino Plant è uno stabilimento praticamente gemello del Vico di Pomigliano d’Arco. Sono a cento chilometri in linea d’aria. E nelle economie di un’azienda globale sono meno d’un respiro. Potrebbe bastare una sola testa ed un solo centro decisionale per governare i due processi.

Le indiscrezioni dicono che proprio per questo sia in arrivo un nuovo direttore: vengono cambiati sulla base della mission che un plant deve avere. Sarebbe il segnale di un riposizionamento per quella che un tempo era la Fiat di Cassino.

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