Ad Archimede Pitagorico piace il Sud del Lazio: terra di inventori, innovatori, risolutori di problemi. E brevettatori. Cioè gente che inventa una soluzione nuova e la registra, ottenendo un titolo giuridico in forza del quale ha il diritto di sfruttare la sua invenzione senza che altri gliela copino.

Ma come si fa a capire quanti e quali brevetti vengono rilasciati in Italia? E quanti nel territorio del Lazio?

Quanti e quali

Foto: CanStockPhoto

Esiste  una piattaforma che consente di navigare tra i brevetti italiani, selezionandoli in base a indicatori: sia di settore che territoriali. A questo ha pensato l’università Liuc – Libera Università Cattaneo, un ateneo  privato a carattere manageriale fondato a Castellanza nel 1991. Ha presentato recentemente Pattern, una dashboard innovativa rivolta a ricercatori, aziende e istituzioni che consente di esplorare l’innovazione italiana.

Sul portale sono raccolti i dati dei brevetti italiani con i relativi proprietari. Sono diverse le analisi possibili. Più banalmente, si può cercare il numero di brevetti in un dato territorio e il loro andamento nel tempo. Ma è anche possibile visualizzare la vocazione di un territorio esplorando le aree tecnologiche per cui è riconosciuta la proprietà intellettuale. Quindi, se in una determinata area geografica ci sono più brevetti sulla Nautica o sull’Automotive, sull’Aeronautica o l’Edilizia.

E ancora è possibile individuare l’indice di apertura internazionale, ovvero il numero di Paesi in cui il brevetto è riconosciuto, il loro stato legale ed il numero di citazioni. Infine, la piattaforma consente di visualizzare l’Innovation Patent Index di ogni territorio, un indicatore sviluppato dalla Liuc che tiene conto anche della qualità dei brevetti includendo 5 insiemi di dati brevettuali, ossia diversificazione, qualità, internazionalizzazione, tempo ed efficienza.

La qualità dell’innovazione

Finanziato nell’ambito del progetto Risico (Rete integrata per l’innovazione e la competitività) e promosso dall’Università Liuc con Ecole (Enti Confindustriali Lombardi per l’Education) e Univa Servizi all’interno del Programma di cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera 2014-2020.

L’idea alla base di questo progetto è che i brevetti forniscono informazioni ricche e dettagliate sull’innovazione tecnologica. E lo fanno in maniera aperta, standardizzata, codificata secondo regole condivise a livello nazionale e internazionale. Consentono così un’analisi dettagliata delle dinamiche dell’innovazione e delle sue specificità.

La piattaforma Pattern è stata pubblicata oggi sul sito internet del quotidiano economico il Sole 24 Ore. Il grafico della mappa interattiva mostra la quantità di innovazione realizzata nelle diverse province italiane. La diversa intensità del colore di una determinata provincia fornisce informazioni sul numero di brevetti: più chiara più brevetti, più scura meno brevetti.  Nella sinossi generata cliccando sulla provincia di interesse, vengono fornite ulteriori informazioni quantitative sul numero di famiglie, sullo status giuridico, sulle prime 3 Aree Tecnologiche di investimento.

Lazio terra di inventori

La ricerca è focalizzata sugli ultimi  3 anni: quindi dal 2020 al 2023, laddove in Italia i brevetti rilasciati sono stati 65.988, mentre le famiglie sono 15.834 .

Per quanto riguarda il Lazio, si scopre che la provincia più performante, dal punto di vista della produzione di brevetti, è quella di Roma. Nel periodo indicato ha avuto concessi 355 brevetti.  Mentre 1854 sono ancora in sospeso, cioè si sta ancora verificando se davvero possano essere considerati invenzioni e non ci siano creazioni simili già messe a punto da altri. I settori tecnologici per i quali c’è stata la maggiore richiesta sono stati: scienze mediche, veterinarie e igiene. Seguiti da aereo, aviazione e cosmonautica.

Al secondo posto c’è la provincia di Frosinone con 12 brevetti concessi e 47 in sospeso. I settori di riferimento sono lavorazioni meccaniche dei metalli e relativa punzonatura. Poi scienze mediche, veterinarie e igiene.

In provincia di Latina sono stati concessi 5 brevetti, mentre ben 81 sono ancora in attesa. Segnatamente nei settori veicoli terrestri non viaggianti su rotaia, strumenti musicali; acustica e rifornimento idrico;

C’è poi la provincia di Viterbo, con 7 brevetti concessi e 20 in attesa. Ultima è quella di Rieti con nessun brevetto concesso, mentre 7 sono in attesa.

Non solo questione di vivacità

La sede della P4F a Cassino

Non è solo una questione di vivacità economica ed imprenditoriale di un territorio. Brevettare significa che dietro a quel brevetto c’è innovazione, ricerca, sviluppo. Ed un’area dove si fa questo è interessante per venirci ad investire e produrre. È uno dei ragionamenti alla base della scelta fatta da Fincantieri quando ha scelto Cassino per la sua joint venture Power 4 Future. A Cassino c’è il polo di ricerca dell’Università e non a caso Fincantieri ha voluto che venisse realizzato un contratto di filiera che coinvolgesse le scuole superiori ad indirizzo tecnico industriale. Proprio perché l’innovazione  si misura anche con la produzione di brevetti.

E allora si può affermare che le province di Frosinone e Latina sono più vive che mai. E che Archimede Pitagorico, soggiorna spesso da queste parti.

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