Torna il sorriso: c’è un ‘effetto rimbalzo‘ nei numeri dell’economia nelle province di Frosinone e Latina. Lo registra Osserfare, l’osservatorio economico della Camera di Commercio. I dati del primo trimestre 2021 sono diversi: dai trimestri precedenti e dallo stesso periodo di un anno fa. Ci sono ragioni precise.
L’economia delle imprese: il dato nazionale
Il dato nazionale registra una crescita inconsueta, un rimbalzo senza precedenti su tutti i territori. In genere i primi tre mesi di ogni anno portano dati pessimi: perché ci sono le cessazioni delle attività fatte al 31 dicembre precedente e che per ragioni amministrative vengono contabilizzate nel trimestre successivo.
Quest’anno c’è stato circa un quarto di cessazioni in meno: merito della possibilità di accedere ai ristori che ha tenuto molti in apnea.
A marzo 2021, su scala nazionale, sono state registrate circa 103mila e 600 nuove imprese iscrittte alle Camere di Commercio: è un tasso di natalità in recupero rispetto ai valori targati 2020. Le imprese che hanno cessato l’attività sono state quasi 98mila e 500: (l’indice di mortalità è all’1,62% in netto calo rispetto al 2,08% del I trimestre 2020).
La differenza tra quei due dati certifica una inconsueta crescita dello stock complessivo delle imprese: oltre 5 mila e 100 unità (+0,08%, a fronte del -0,50% precedente).
Il dato regionale del Lazio
Il Lazio è la locomotiva nazionale delle nuove attività. Registra un tasso di crescita del +0,35%: quattro volte superiore al dato nazionale (+0,08% il tasso di crescita).
È il risultato di una maggiore vivacità nelle iscrizioni (+9,3%) e del contenimento delle cessazioni. Il saldo tra i due dati nel trimestre ammonta ad oltre 2 mila e 300 attività in più.
È un significativo ancora più interessante se si tiene conto dello stesso periodo nel 2020: quella volta c’era stato un segno meno davanti a 564 unità; altrettanto se si fa il confronto rispetto alla prima porzione del 2019 (716 unità aggiuntive).
Disaggregando il dato laziale a livello provinciale, si evidenziano tendenze pressoché simili. Solo in provincia di Frosinone c’è una tenendenza leggermente più contenuta alle nuove iscrizioni; unica eccezione la decrescita del reatino.
La provincia di Frosinone
A fine marzo 2021 in provincia di Frosinone risultano 48.694 imprese registrate. Di queste risultano in attività 39.958 (82,1% del totale). Ammontano a 727 le nuove iscrizioni (pari ad un tasso di natalità dell’1,49%, in leggero rallentamento rispetto all’1,52% riferito al 2020). Nello stesso periodo ci sono state 648 cessazioni non d’ufficio (per un indice di mortalità dell’1,33%, anch’esso in rallentamento rispetto al 2,03% dell’analogo periodo precedente).
Il bilancio trimestrale è positivo per 79 unità in più. Facendo un paragone con i dati precedenti: c’era stata una significativa sottrazione di 244 imprese (-83 nella prima porzione del 2019), per un tasso di crescita che si attesta al +0,16%, in netto recupero rispetto alle dinamiche riferite al primo Trimestre 2020 (-0,50%; -0,17% nel primo trimestre 2019).
Continua il trend registrato nel recente passato: c’è una ripresa nei settori delle Costruzioni (effetto degli incentivi sulle ristrutturazioni) e dei Servizi di supporto alle imprese, seguiti dalle attività di Consulenza aziendale.
Contengono le perdite i settori dell’Agricoltura, dell’Industria, delle attività commerciali. Sul fronte dei negozi al dettaglio le chiusure vengo arginate a meno 17: per pesare bene il dato basta confrontarlo con quello degli analoghi peridi 2020 e 2019, in entrambi i casi il dato era statoi di circa meno 100.
Le aperture poi sono in linea con i livelli riferiti al biennio precedente.
Chi ha pagato il conto sono stati i Ristoranti ed i Pubblici esercizi. Contengono la perdita, c’è però un deciso ridimensionamento delle nuove aperture, in linea con le dinamiche già emerse nel corso del 2020.
L’Artigianato ciociaro
A fine marzo le imprese artigiane del frusinate ammontano a 8.696, pari al 20,1% del totale imprese operanti nella provincia, al netto del comparto agricolo.
Il saldo tra le 181 iscrizioni e le 198 cessazioni non d’ufficio determina una sottrazione di 17 unità (a fronte delle 39 unità in meno riferite all’analogo periodo del 2020; erano -91 nel primo trimestre 2019.
Un dato che conferma il progressivo contenimento della decrescita. la variazione si attesta al -0,20% (-0,45% e +1,05% le variazioni percentuali rispettivamente nel primo trimestre 2020 e 2019). (Leggi qui L’impresa di fare impresa. E la svolta ancora non c’è).
La provincia di Latina
L’universo imprenditoriale della provincia conta al 31 marzo 57.616 unità registrate. Di queste sono attive 47.148, pari all’81,8%. Complessivamente ammontano a 1.031 le iscrizioni e risultano in crescita dell’8% (a fronte delle 958 riferite all’analogo periodo del 2020), per un tasso di natalità all’1,79% (rispetto all’1,67% del I trimestre 2020).
Anche in provincia di Latina c’è stata la frenata delle chiusure. Si sono attestate a 286 unità in meno, per un tasso di mortalità in rallentamento all’1,58% (2,08% il precedente, pari a 1.197 cancellazioni nel corso del I trimestre 2020).
Per la prima volta negli ultimi dieci anni il saldo del primo Trimestre porta davanti un segno più: un avanzo di 120 unità senza precedenti nella serie storica, per un tasso di crescita positivo che si attesta al +0,21% (a fronte del -0,42%, riferito al primo trimestre dell’anno precedente; -0,02% nel primo quarto del 2019).
Il 2021 in provincia di Latina si apre all’insegna della discontinuità. A trainare sono le stesse attività che avevano dato segnali di ripresa già nel 2020: le Costruzioni (+87 unità, +1,17%); le attività di Pulizia e disinfestazione; la Consulenza aziendale.
Anche in provincia di Latina la pandemia ha congelato la situazione delle attività commerciali. Il dato è stazionario e conferma l’esito sostanzialmente neutro dell’anno 2020, a fronte della perdita di quasi 150 imprese nella prima trimestrale dello scorso anno.
Per quanto attiene le attività turistico-ricettive, complessivamente in leggero avanzo, la Ristorazione mostra un bilancio positivo (+19 unità), in recupero rispetto al biennio precedente (rispettivamente -17 e +13 imprese nel primo trimestre 2020 e 2019). La performance dei pubblici esercizi si mantiene in area negativa ed in peggioramento su entrambe le annualità precedenti: le misure anti contagio hanno bloccato quasi del tutto il comparto.
Infine, l’Agricoltura e l’Industria registrano un calo seppur più contenuto in termini tendenziali.
L’Artigianato pontino
Per quanto attiene il comparto artigiano: a fine marzo le imprese registrate all’Albo sono 8.863, pari al 18,5% dell’intero tessuto imprenditoriale (considerato al netto delle imprese agricole).
Il bilancio positivo per 16 unità risulta una novità rispetto al passato recente dove il dato era sempre in rosso. L’esito è dato dalla differenza tra le 215 iscrizioni (in decisa crescita) e le 199 cessazioni (in contenimento di circa il 30% sull’analogo periodo dell’ultimo biennio).
La risultante è una crescita dello 0,18%, in recupero rispetto al -1,23% riferito ai dodici mesi precedenti (-0,87% nel primo trimestre 2019), determinata prevalentemente dal rimbalzo dell’Edilizia. Diversamente, la manifattura artigiana si conferma in area negativa.