Roma è la migliore. Rieti, Viterbo e Latina sono in fascia intermedia. Frosinone invece non è tra i migliori 40 capoluoghi di provincia per qualità del lavoro, offerte professionali e sistemi di welfare territoriale. Chi lo dice? La prima classifica a firma della fondazione Aidp, vale a dire l’Associazione italiana per la direzione del personale. La graduatoria è stata realizzata con la collaborazione scientifica di Isfort.

La classifica è stilata sui 110 capoluoghi di provincia italiani ed è suddivisa in tre fasce cromatiche – verde, gialla e rossa – che corrispondono rispettivamente: la prima alla fascia dei promossi della classifica, e che riceveranno il bollino della Fondazione quale riconoscimento del punteggio ottenuto.

La seconda fascia riguarda le città che si attestano su valori intermedi tali da non raggiungere, tuttavia, il riconoscimento. La terza fascia, infine, è quella a cui appartengono le città con i punteggi più bassi.

Ecco le migliori e le peggiori

Le 40 città della fascia verde che otterranno il riconoscimento “Le città in cui si lavora meglio in Italia 2023″ della Fondazione AIDP sono: Milano, Trieste, Udine, Bergamo, Pordenone, Cagliari, Gorizia, Padova, Siena, Cremona, Bolzano, Verbania, Trento, Treviso, Sondrio, Modena, Monza, Brescia, Pavia, Pisa, Firenze, Bologna, Belluno, Lodi, Parma, Prato, Macerata, Lecco, Torino, Ancona, Vicenza, Genova, Forlì, Mantova, Venezia, Ravenna, Piacenza, Novara, Roma, Lucca.

Le 40 città della fascia gialla. Cesena, Cuneo, Reggio Emilia, La Spezia, Verona, Sassari, Ascoli Piceno, Ferrara, Livorno, Aosta, Oristano, Biella, Savona, Varese, Perugia, Pesaro, Rovigo, L’Aquila, Vercelli, Nuoro, Lecce, Arezzo, Bari, VITERBO, Fermo, Grosseto, Potenza, Matera, Rimini, Como, Massa, RIETI, Pescara, Imperia, Terni, Latina, Alessandria, Carbonia, Teramo, Asti.

La fascia rossa della Ciociaria

Infine,  le 30 città della fascia rossa: Brindisi, Pistoia, Frosinone, Taranto, Palermo, Ragusa, Caserta, Campobasso, Chieti, Vibo Valentia, Catanzaro, Trani, Cosenza, Benevento, Siracusa, Agrigento, Reggio Calabria, Isernia, Salerno, Catania, Caltanissetta, Avellino, Messina, Barletta, Trapani, Foggia, Napoli, Enna, Crotone, Andria

Tra i parametri presi in considerazione per stilare la classifica delle migliori città del lavoro ci sono il livello dei redditi e costo della vita, servizi di cittadinanza, offerta culturale. Poi tempo libero, sicurezza, vivibilità ambientale, diritti/pari opportunità, inclusione, innovazione. E ancora qualità della vita dei bambini, dei giovani e degli anziani, inquinamento, criminalità, trasporti e condizioni climatiche.

Frosinone? Peggiore perché scomoda

Per essere chiari: la provincia di Frosinone è una località scomoda. Perché è scomoda da raggiungere. La dimostrazione sta nella valanga di No ricevuti dalla Asl di Frosinone ogni volta che ha dovuto contattare un medico o un infermiere residenti fuori provincia prendendolo dalla graduatoria per proporgli un’assunzione.

Arrivare da Roma a Frosinone in treno richiede circa un’ora ed una volta arrivati in stazione bisogna raggiungere lo Spaziani ed occorre un altro mezzo. Idem per il ritorno. Ma se già si scende all’ospedale di Cassino le ore necessarie per raggiungerlo in treno da Roma possono arrivare a due; più naturalmente lo spostamento dalla stazione al Santa Scolastica. Peggio ancora se si parla di Sora: occorre arrivare in treno a Cassino, da qui a Roccasecca e qui prendere la linea per Avezzano; e poi naturalmente arrivare al SS Trinità. Il ragionamento vale per la Sanità come per le scuole e qualunque altra forma di impiego sul territorio.

Tra gli ulteriori,  i fattori che influiscono sulle scelte localizzative di occupazione quelli intrinsechi di qualità del posto dì lavoro, ci sono anche i livelli retributivi, l’offerta di prospettive professionali. Poi la reputazione dell’azienda e la qualità degli ambienti lavorativi, delle mansioni da svolgere, i sistemi di welfare territoriale, la dinamicità del mercato del lavoro, una sorta di urbanistica del lavoro, e così via.

Non solo tempo lavoro, ma tempo per vivere

Sono cambiati infatti i parametri in base ai quali si sceglie il lavoro: conta molto il tempo. Non solo quello per arrivare ma anche quello che viene lasciato libero per vivere la propria vita, i servizi aziendali e la loro integrazione con quelli territoriali. Aspetti sui quali il territorio ha ancora molto da rivedere.

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