“Le concessioni demaniali sono beni e non servizi“. E di conseguenza non possono essere soggette alla direttiva Ue Servizi. L’Aula dei gruppi parlamentari quasi viene giù dagli applausi, tutti in piedi, cori da stadio. Applausi.
A entusiasmarsi sono i balneari di tutta Italia convenuti ad ascoltare l’oratore che ha dato questo giudizio lapidario. E non e’ un oratore qualunque, si tratta di Frederik ‘Frits’ Bolkestein. Uno che non ha bisogno di presentazioni. Ovvero il politico olandese, commissario Ue per il Mercato interno, la tassazione e l’unione doganale nella Commissione Prodi dal 1999 al 2004.

LA FAMIGERATA DIRETTIVA

Da lui prende il nome la famigerata direttiva Bolkestein sulla libera circolazione dei servizi nella Ue. Quella la cui interpretazione in Italia vorrebbe che le concessioni demaniali vengano messe all’asta. Circostanza questa che da anni agita gli oltre 30mila titolari di concessioni balneari in Italia, spesso da decenni sulla stessa spiaggia, che temono di perdere la fonte di reddito di intere generazioni. Ma anche i commercianti ambulanti. Per lo stesso motivo.

I CONCESSIONARI POSSIEDONO SUOLO

In virtu’ della concessione i concessionari demaniali possiedono suolo e strutture, quindi la concessione e’ un bene, non e’ un servizio” – scandisce Bolkestein – “non vedo come le concessioni demaniali non debbano essere considerate beni ma servizi”.
Il politico olandese, inoltre afferma di non capire “come una concessione demaniale possa essere considerata un servizio”.
Il fatto è che “parliamo di concessionari demaniali delle spiagge, sono oltre 30mila e rappresentano una categoria economica molto importante– ripete l’autore della famigerata, male intesa e vituperata direttiva- sono Piccole e medie imprese e molta occupazione arriva dalle Pmi. Economicamente parlando sono molto importanti, e non vedo come possano essere considerati servizi”.
Insomma, “anche se i concessionari aiutano i turisti penso che non dovrebbero essere considerati servizi perche’ quello non e’ il loro campo principale”. Precisa.
In Spagna i concessionari possono avere una proroga di 75 anni, “se si possa fare altrettanto in Italia non so, dipende dal governo italiano”, valuta tra scroscianti applausi Bolkestein.

I BALNEARI ITALIANI

“I concessionari sono Pmi, sono importanti per l’occupazione– prosegue Frits Bolkesteine il governo italiano farebbe bene a essere d’accordo nel fare quello che il ministro dell’Economia e Finanze mi ha detto tempo fa, siamo d’accordo che non sono servizi che vengono forniti ma beni di cui si e’ in possesso”.
Ad ogni modo “non sono critico e non voglio esserlo con il governo italiano– prosegue Bolkesteinma sarebbe politicamente importante per il governo italiano, di qualsiasi colore sia, seguire gli interessi dei 30mila balneari italiani“.
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