Da Cassino Unindustria dice si: condivide senza riserve l’iniziativa del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che nelle ore scorse ha  incontrato tutti i presidenti delle Regioni in cui sono presenti gli stabilimenti del gruppo Stellantis.

Ad annunciare la posizione della principale associazione degli industriali nel Lazio è Francesco Borgomeo, presidente di Unindustria Cassino. Ma a cosa si riferisce?

L’incontro di Urso

Foto: Paolo Cerroni © Imagoeconomica

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha incontrato i presidenti delle sette Regioni sede di stabilimenti di auto. Lo ha fatto in quella che viene definita “una riunione importante, estremamente costruttiva per definire insieme le linee guida del piano nazionale sull’automotive“.

L’evento ha visto un confronto tra il ministro e le Regioni Basilicata, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Molise e Campania. Per Adolfo Urso il piano “dovrà concretizzarsi innanzitutto con un confronto e con un’intesa di alto profilo, duratura nel tempo, con il grande gruppo Stellantis». Cosa deve prevedere l’intesa auspicata dal ministro? C’è poco da girarci intorno: il peccato originale è quello che il Ceo Carlos Tavares rilevò appena messo piede nello stabilimento Stellantis Cassino Plant. Notò uno stabilimento dalla pulizia ineccepibile e dall’organizzazione impeccabile. Nonostante questo dovette rilevare che produrre auto qui non era conveniente. Puntò il dito sui costi dell’energia e sulla fiscalità. In questo scenario il rischio è vedere lo spostamento delle produzioni italiane su altri teatri.

Mettere insieme tutti i protagonisti

Per questo Adolfo Urso dice che serve un’intesa «al fine di aumentare le auto prodotte in Italia, di investire, anche con le risorse pubbliche, in nuovi modelli. Come quelli più sostenibili, le auto delle futuro, con tutta la straordinaria filiera dell’automotive. E riuscire a tenere insieme quel sistema industriale che ha fatto grande il nostro Paese».

Pensiamo di essere nella strada giusta“, ha concluso il ministro, “quella di mettere insieme tutti gli attori del sistema, lo Stato, il governo, le Regioni, i sindacati, le associazioni di impresa perché noi siamo un sistema Paese“.

Il placet di Borgomeo

A Piedimonte San Germano è attivo lo stabilimento Stellantis Cassino Plant nel quale vengono realizzate le Maserati Grecale e le Alfa Romeo Giulia e Stelvio; il 9 marzo scorso durante una visita il Ceo Carlos Tavares ha annunciato il piano industriale, rivelando che Cassino produrrà i veicoli della piattaforma Bev Stla Large: sono le piattaforme un gradino sotto il top di gamma. Inoltre, le aziende dell’indotto, sotto la guida di Unindustria, circa un anno fa hanno dato vita al primo ‘Contratto di Filiera‘ facendo squadra e puntando su brevetti ed innovazione di processo. (Leggi qui: Tavares annuncia: “C’è un futuro premium per Cassino Plant”).

Per Francesco Borgomeo a questo punto «È necessario che il Governo nazionale d’intesa con il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca in tempi rapidi intervenga per sviluppare un clima ancora più fertile. Questo affinché sul nostro territorio si rafforzino le condizioni per un rilancio strutturale del settore dell’automotive».

Borgomeo ritiene fondamentale valore aggiunto la presenza di lavoratori ed aziende dell’indotto «dotati di un grande knowhow. Questa filiera d’eccellenza può creare le condizioni fondamentali per attrarre nel territorio altri importanti investimenti nell’alto di gamma. Questo si può fare solo ed esclusivamente in una logica di sistema».

La squadra per l’automotive italiano

(Foto © Imagoeconomica)

Il presidente della Regione Basilicata – dove si trova lo stabilimento di Melfi – ha parlato di «Regioni unite, accanto al governo, per ribadire la necessità di raddoppiare il numero di vetture Stellantis prodotte in Italia».

Sostiene che con il piano nazionale sull’automotive, le regioni e il governo, insieme, metteranno in campo tutte le misure necessarie per difendere i lavoratori, le filiere produttive e i territori. Per Brdi «La collaborazione del Governo Meloni con le regioni è un cambio di metodo e di sostanza fondamentale per evitare che – nel caso dell’automotive – le scelte di Bruxelles abbiano poi conseguenze sociali ed economiche sui territori».

La Basilicata mette in evidenza la differenza di approccio rispetto al passato. Punta l’attenzione sul peso politico del Governo ed il sostegno delle regioni che messi insieme «rafforzano il Paese intero nel dialogo con la multinazionale Stellantis. Così si difendono gli interessi nazionali e i lavoratori italiani, attraverso una strategia di politica economica forte e chiara, che necessariamente dovrà avere anche un respiro europeo, penso all’annoso tema dei microchip e a tutto il tema della transizione energetica».

Cisl, ora confronto con i sindacati

Foto: Alessandro Altavilla © Imagoeconomica

Sul confronto tra ministro e Regioni prende posizione il sindacato Cisl. Che giudica positiva l’idea di definire un accordo di transizione con Stellantis, «ma è necessario che sui contenuti di tale accordo, a partire dalla difesa dei livelli occupazionali, ci sia il massimo confronto con le organizzazioni sindacali: non accettiamo accordi a scatola chiusa». La postilla è del Segretario generale della Fim Cisl Basilicata, Gerardo Evangelista. Perché aumentare la produzione non significa necessariamente mantenere gli stessi lavoratori. Anche perché le nuove tecniche ed i nuovi modelli elettrici, richiedono molta meno manodopera. Un dettaglio di non poco conto.

Il timore del sindacato è che nasca una pericolosa competizione tra territori in questa delicata fase di transizione industriale. E che ognuna cerchi di difendere il proprio orticello ed il proprio stabilimento.

I tempi sono stretti e il mercato corre: in un anno – evidenzia Fim Cisl – il gruppo Stellantis ha perso a livello europeo tre punti di quota mercato, mentre Renault e Volkswagen avanzano. «Questo significa – ha continuato Evangelista – che occorre investire subito per mettere in sicurezza tutta la filiera automotive, con un’attenzione particolare alla componentistica che rischia di essere tagliata fuori dai processi di cambiamento che stanno investendo il settore a livello globale».

È esattamente davanti a quei numeri ed a quel trend che il ministro ha detto che bisogna trovare una sintesi. E farlo presto.

Exit mobile version