Gli effetti della guerra non sono ancora arrivati sull’economia del Lazio. I dati economici della regione e delle sue province nei primi tre mesi del 2022 sono ancora incoraggianti. A dirlo sono le cifre di Movimprese, l’analisi statistica trimestrale sulla nascita e la chiusura delle imprese; viene condotta da InfoCamere sugli archivi di tutte le Camere di Commercio italiane.

In avvio d’anno la Capitale vanta il miglior saldo imprenditoriale nazionale: +1.420 imprese; in pratica ci sono state 7.989 iscrizioni di nuove attività a fronte di 6.569 cessazioni. Il tasso di crescita è di +0,31%. È un dato importante se si paragona all’andamento nazionale: nello stesso periodo è stato addirittura negativo, pari al -0,02%.

Dati che aiutano il Lazio a essere la prima regione italiana sia per tasso di crescita delle imprese (+0,25%), sia per saldo attivo: +1.521 (10.562 le iscrizioni a fronte di 9.041 cessazioni).

I numeri nelle province

I grafici mettono a nudo cosa è accaduto durante la pandemia: il 2021 è stato l’anno sul quale si sono scaricate tutte le tensioni e le insicurezze del lockdown. Il primo trimestre del 2022 vede la luce in fondo al tunnel.

In provincia di Frosinone il quadro è di sostanziale stabilità. Risultano iscritte 49.215 imprese e di loro sono attive 40.459, tra gennaio e marzo 2022 ci sono state 735 iscrizioni e nello stesso periodo hanno chiuso in 725. Il saldo è +10 attività, in termini percentuali parliamo dello 0,01%.

La provincia di Latina può vantare circa 9mila imprese in più della vicina Ciociaria. Il trend di crescita è stato superiore alla media nazionale. Ci sono 57.946 imprese registrate e di loro sono attive 47.530: nel trimestre hanno aperto l’attività in 944 ed hanno cessato in 905; il saldo è una differenza di +39 che in percentuale fa lo 0,04% di crescita.

Molto meglio fa in percentuale la provincia di Viterbo che cresce dello 0,11%. Al termine del trimestre registra 37.772 imprese e di loro 32.991 sono attive. Ci sono state 681 iscrizioni e nello stesso tempo 590 cessazioni. In termini assoluti fa un saldo di +75 cioè lo 0,12%.

In negativo la provincia di Rieti: qui sono più che chiusure che le nuove aperture. Le imprese registrate sono 15.177 e quelle attive sono 13.012. Nel trimestre gennaio – marzo si sono avute 223 iscrizioni pari allo 0,71% di crescita, le cessazioni però sono state 252 e cioè lo 0,80%; il saldo è una perdita netta di 33 imprese.

(Vedi qui i dati degli anni precedenti).

Tenaci e dinamici

Lorenzo Tagliavanti (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Per il presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti siamo di fronte a numeri che “confermano una tenace dinamicità del nostro tessuto produttivo. Sono indice di una diffusa capacità delle imprese di adattarsi alle nuove esigenze e alle mutate condizioni del mercato economico”.

Roma, nel primo trimestre di quest’anno è la città che ha fatto meglio a livello nazionale: “Questo ci deve indurre a un certo ottimismo e ad insistere nelle azioni di supporto al tessuto produttivo locale”.

La guerra e l’ondata di aumenti innescata dalla speculazione sui prezzi dell’energia ha determinato per Tagliavanti una “situazione economica molto complessa, soprattutto a causa della recente impennata dell’inflazione, del forte rincaro delle materie prime che insieme al rincaro dei costi energetici mettono in serie difficoltà moltissime imprese, specie quelle medio-piccole che costituiscono la spina dorsale del nostro sistema produttivo”.

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