Una storia, un percorso di vita da raccontare, un’amore per l’eternità, un tatuaggio. Ci si tatua per ricordare il passato, per un sogno, per dare corpo ad un simbolo, per lanciare un messaggio al mondo. Ma addirittura per ornamento, per trasgressione, per moda tra mistica ed iniziazione. Ed è così che insieme al numero delle persone che decidono di farsi ‘incidere’ sul corpo cresce e dilaga anche quello delle imprese che tatuano.

Il Lazio è la seconda regione in Italia, dopo la Lombardia per numero di aziende “Tattoo“. Con Roma che troneggia su tutte le altre città dello stivale.

Se nel 2012, in Italia erano soltanto 1.300 le realtà che operavano tra tatuaggi e piercing, alla fine dello scorso anno rispondevano all’appello quasi in 4mila. Un balzo che, in un solo lustro, ha visto moltiplicarsi di due volte la costellazione degli ‘artisti della pelle. E’ quanto emerge dall’analisi condotta da Unioncamere-InfoCamere sui dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio tra il 2012 e il 2017.

 

IL DOSSIER

In termini assoluti, si legge nel dossier, sono le grandi città come Roma (306), Milano (272) e Torino (216) a guidare la graduatoria per il maggior numero di imprese impegnate nel settore del tattoo e del piercing. A seguire si affacciano città medio-grandi del Nord come la coppia BresciaBergamo (rispettivamente con 147 e 123 realtà) e del Centro, come Firenze (115). Napoli (104), prima ed unica realtà del Mezzogiorno nella top-ten, chiude il gruppo delle città, che al 31 dicembre 2017, presentava più di 100 imprese del settore.

Ma chi sono i titolari di un’impresa di tatuaggi e piercing? Il 94% delle aziende del settore è costituito nella forma di impresa individuale. Nel 31% dei casi il titolare è una donna, una percentuale molto più elevata rispetto alla presenza delle imprese femminili sul totale delle imprenditoria italiana (22%). Le donne sono più presenti nella classe più giovane (under 30) dove rappresentano oltre il 35%.

Mentre gli uomini la fanno da padrone nella classe ”over50” dove superano il 77%

I DATI DELLE REGIONI

A livello regionale, la classifica dei primi tre posti vede al vertice la Lombardia (902 imprese), seguita, a grande distanza, da Lazio (440) ed Emilia-Romagna (373). Osservando la crescita nel periodo considerato, i dati mostrano invece una rincorsa delle regioni del Centro-Sud su quelle del Nord.

L’aumento più marcato (+7 volte) si registra infatti in Umbria. Dove le imprese del settore sono passate da 10 a 73 in cinque anni. A seguire la Calabria, dove oggi i tatuatori sono 4 volte più numerosi rispetto al 2012 (da 12 a 64) e Basilicata e Molise, passati rispettivamente da 6 a 28 e da 4 a 11.

Discreta anche la presenza, in questo mercato, di imprese giovanili e femminili. La metà delle 4mila realtà presenti in Italia fa infatti riferimento ad aziende under35 mentre 1 su 3 è donna.

In sostanza dal 2012 ad oggi sono circa 2500 le imprese in piu che operano in questo settore. 250 aziende ogni anno hanno visto la luce grazie alla tattoo-mania che ormai ha contagiato tantissimi giovani e reso più permissivo anche qualche genitore in più.

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