Sono sopravvissute alla crisi. Rischiano di non sopravvivere alle buche. Le aziende della zona industriale di Anagni producono farmaci, componentistica avanzata per elicotteri, ceramiche, smistano merci di ogni genere attraverso una serie di poli logistici strategici. Ma ora hanno un nuovo avversario. Non sono i competitor che stanno nell’altro capo del globo, non è la produzione asiatica a prezzo più basso. Sono le buche nelle strade che i camion devono attraversare per portargli le materie prime e trasferire i prodotti finiti. Perché si tratta di produzioni di precisione, spesso delicatissime. E le buche nelle strade dell’area industriale di Anagni sono talmente profonde che quei materiali, quei prodotti finiti, rischiano di deteriorarsi.

Ad alzare le barricate e a dire “basta” è Federlazio, che è pronta a fare di tutto – anche a chiedere soldi agli associati – per rendere un minimo di dignità ad un luogo in cui ci sono migliaia di persone che lavorano e decine di imprenditori che ogni giorno mettono soldi e professionalità al servizio del territorio.

A fare la voce grossa il vice presidente regionale del settore Aerospazio dell’associazione, Domenico Beccidelli ed il direttore provinciale di Federlazio Roberto Battisti. Negli ultimi tre anni le hanno provate tutte: hanno disboscato foreste a forza di carte bollate, hanno consumato le nocche nel bussare alle porte di chi decide e realizzato più tavoli di una falegnameria.

La risposta? Sempre la stessa: “Si, lo sappiamo. Ma soldi non ce ne sono”. Una risposta generalizzata dal Comune. E la Provincia? “Si, lo sappiamo. Ma non è una strada che rientra nella nostra competenza e se ci mettessimo mano potrebbero contestarci che non dovevamo farlo, per non parlare di tutti i problemi burocratici legati alle autorizzazioni“.

Stavolta Federlazio non sta a guardare, non vuole continuare ad abbaiare alla luna. “Non ci sono fondi? Le strade le rifanno gli imprenditori, voi scalateci i soldi dalle tasse”. E’ questa la proposta che Beccidelli e Battisti lanciano alle istituzioni.

In quella zona ci sono stabilimenti di eccellenza, tanto per citarne qualcuno: Leonardo HD, (l’unica azienda che realizza le pale per gli elicotteri Agusta) ma anche le farmaceutiche Sanofi e Squibb, la logistica Chiapparoli, la HeliWorld, la SaxaGres.  Insieme ad esse una miriade di piccole e medie imprese, quelle che hanno resistito alla crisi e che continuano a lottare per non annegare nella melma del panorama economico ciociaro.

E potrebbero non essere le sole perché, come spiega Beccidelli, in molti sono pronti a sbarcare in Ciociaria: “Ci sono molte realtà romane che qui verrebbero volentieri, ma sono scoraggiate da due motivi: le strade e la burocrazia. Ora, se la seconda è un problema diffuso più o meno ovunque, quello delle strade è un fatto tutto ciociaro e anagnino”.

Lo stesso Beccidelli racconta di delegazioni, anche internazionali, che visitano le fabbriche, si complimentano per le tecnologie e le maestranze, ma poi chiudono con una frase: “Perché continuate ad investire qui, con queste strade?

Non è solo una questione estetica, è anche un fatto economico: i carichi spesso vengono danneggiati, idem per i mezzi, per non parlare dei lavoratori stessi che molto spesso escono per guadagnare una giornata di lavoro e ci rimettono dal gommista a ritorno la sera.

A rincarare la dose è il direttore Battisti: “Ho assunto il ruolo in Federlazio da tre anni ed in ogni documento che produciamo, ogni intervento che facciamo, inseriamo la questione strade. Ad oggi però il tutto è lettera morta”.

Qualche tempo fa Battisti riuscì anche a parlare con l’amministrazione di Anagni, ma anche lì il problema che bloccava tutto erano i fondi. Ora però non c’è più tempo per le scuse: “Chiediamo a chi gestisce le strade di coordinare un tavolo per studiare una soluzione che permetta agli imprenditori di riparare le strade a fronte di una deduzione dalle tasse. Noi siamo pronti a sensibilizzare le imprese”.

E Beccidelli aggiunge: “E’ un problema di sistema e di questi problemi se ne deve occupare chi lo amministra il sistema”. E Federlazio è aperta a tutto, anche solo alla buona volontà – finora latitante – delle istituzioni di cercare di studiare questo sistema, che possa permettere alle imprese di fare da banca per le istituzioni. “Noi ci accontenteremmo anche solo di un tentativo – spiega Battisti – fateci sapere come ci restituirete i soldi e noi renderemo l’area di nuovo praticabile”.

Gli imprenditori e chi li rappresenta insomma sono pronti a tutto, pur di non continuare a vedere quello scempio. Un problema che in queste ultime ore ha portato addirittura i sindacati della Leonardo a minacciare lo sciopero. E Beccidelli è caustico: “Sono un imprenditore da trent’anni, sono di Anagni e mai c’è stato un momento di incertezza come questo. La gente non ce la fa ad arrivare a fine mese, c’è bisogno che chi è ai posti di comando torni ad occuparsi dei problemi delle persone, delle imprese, delle cose normali. Perché se non si riesce ad amministrare l’ordinario, come le strade, significa che siamo alla frutta”.

Alla fine della chiacchierata però Beccidelli ricorda un intervento, del comune di Anagni, a fronte delle pressanti richieste di Federlazio sulle strade: “L’ultimo assessore alla viabilità comunale in effetti fece qualcosa: abbassò il limite a 20 km/h”.

Una frase conclusa con una risata amara ed una riflessione: “Oggi c’è un commissario al comune: è un’occasione per fare qualcosa in cui la politica non metta becco. Poi ci saranno le elezioni e lì – conclude – le persone potranno esprimere la loro opinione su chi ha governato la città e non ha vigilato su una situazione drammatica come quella delle strade”.

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