Sanità: anziani abbandonati o con le badanti, «Troppa burocrazia per le Rsa»

Anziani abbandonati, molto spesso colpiti da malattie invalidanti, lasciati in casa tutta l’estate con le badanti, o sistemati in case di riposo indipendentemente da disturbi o patologie. E intanto, a luglio e agosto, facendo un giro tra le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa), alcuni posti letto sono vuoti. Il motivo: un’eccessiva burocrazia che rende l’accesso nelle strutture troppo complicato spingendo verso altre soluzioni.

«Le Rsa spesso rimangono vuote perché è molto farraginosa la burocrazia per entrare, è un meccanismo che non è snello per gli anziani. Non tutti sono accuditi da famiglie e anche le famiglie spesso hanno difficoltà», spiega Jessica Faroni, presidente del Gruppo INI Istituto Neurotraumatologico Italiano, al quale fanno capo le eccellenze di Grottaferrata e la Cttà Bianca di Veroli..

«L’accesso in Rsa è abbastanza complesso – continua Faroni- Innanzitutto si deve fare richiesta, generalmente dal posto letto di acuti, quindi viene attivato il nucleo di valutazione della Asl, che deve eseguire tutta una serie di riscontri, dalle condizioni di salute fino al reddito. Inoltre si tratta di pazienti anziani e i nuclei valutativi arrivano spesso con molto ritardo, per cui è un sistema complesso e farraginoso che non funziona, in piu’ non scarica i pronto soccorso perché l’accesso da Pronto Soccorso è ancora vietato e i pazienti devono passare per forza dal reparto di Medicina».

 

Da qui l’appello alla Regione Lazio per la modifica del meccanismo di accesso nelle Rsa: «L’ingresso dovrebbe essere piu’ facile e snello e dovrebbe essere previsto anche un accesso diretto dal pronto soccorso. Abbiamo inoltrato varie richieste alla Regione Lazio ma finora non abbiamo avuto risposta – spiega la presidente del Gruppo INI, che ha a disposizione 374 posti letto in Rsa – La popolazione sta invecchiando, l’Rsa è in grado di garantire assistenza sanitaria e attività che possono aiutare il benessere del paziente. Ma la farraginosità e i costi elevati portano il paziente a rimanere a casa con le badanti o a scegliere case di riposo che non sono autorizzate».

 

Un altro appello arriva poi da Faroni, in quanto presidente di Aiop Lazio (Associazione italiana ospedalità privata): «Sono anni che chiediamo l’adozione di un provvedimento che chiarisca la differenza tra Rsa, che è una struttura ricettiva a carattere sanitario a cui la legge richiede criteri strutturali e organizzativi, e casa di riposo. Non è stata emanata alcuna normativa: se oggi il paziente trova accesso più facile e a costo minore nella casa di riposo sceglie la casa di riposo facendo confusione tra le due strutture. Chiederemo un incontro in Regione per capire a che punto è il tavolo che doveva riunirsi e porremo con urgenza la questione al nuovo direttore della sanità. Sara’ difficile risolvere la situazione entro l’estate ma proviamo a prevenire episodi di disattenzione nei confronti di anziani malati».