Cancellazione immediata dei 30 posti interinali scaduti a fine aprile, via anche gli altri 20 posti ma alla scadenza naturale del contratto, taglio anche per una percentuale tra il 35% ed il 40% degli attuali 147 lavoratori oggi a libro matricola. E infine, disdetta degli accordi che portavano circa 2500 euro l’anno nelle buste paga dei dipendenti. Il Covid-19 manda in Terapia Intensiva la Omron di Frosinone. L’azienda che produce sensori, lettori di codici a barre, relè di potenza AC bistabili ed elettronica per l’Automotive ha annunciato il dimezzamento degli organici.
Lo ha comunicato ai sindacati nel corso di un incontro avvenuto nella sede di Unindustria a Frosinone. Spiegando che quei tagli sono necessari per contenere le perdite determinate dall’impatto del Covid-19 sul comparto automobilistico. Le linee di montaggio italiane sono in larga parte ferme, il mercato mondiale stenta a riprendersi: i piazzali sono pieni.
A sollecitare quei tagli è stata la casa madre giapponese: ha da poco rifinanziato il debito del ramo italiano con un’immissione importante di liquidità.
Il Covid non c’entra
I sindacati non accettano la chiave di lettura data dal management italiano. E dicono che il collasso della Omron non è stato determinato dal Covid bensì dalle scelte industriali sbagliate. Fatte ben prima che la pandemia si manifestasse.
A dimostrazione della loro tesi, Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil e Ugl indicano una data. È quella del 7 gennaio scorso: quel giorno è iniziato il confronto con l’azienda sui temi dell’organizzazione del lavoro e sul salario accessorio.
«Subito – evidenziano – abbiamo rimarcato le deficienze delle scelte fatte negli ultimi anni dal Management locale, scelte che hanno avuto e infine prodotto i risultati che oggi ci sono stati rappresentati con estrema crudezza. Scelte sulle quali le responsabilità delle maestranze sono irrisorie. Leconseguenze di quelle scelte vogliono essere fatte pagare proprio a quei lavoratori e a quelle lavoratrici che sono senza alcun dubbio l’anello più debole dell’azienda».
Il 24 giugno ci sarà un nuovo confronto con la Orono, sempre nella sede di Unindustria. Il giorno precedente i lavoratori incroceranno le braccia e terranno un presidio davanti ai cancelli dello stabilimento di Frosinone.