Quando il mare è mosso si pesca meglio. Ed il mare intorno al Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Lazio Meridionale Cosilam è agitato. L’assemblea dei soci si riunisce oggi alle 16.30 per eleggere il vicepresidente che subentrerà a Francesco Mosillo, dimessosi appena informato degli accertamenti avviati dalla Procura della Repubblica di Cassino sulla nomina del direttore generale Annalisa D’Aguanno. (leggi qui Concorso al Cosilam, indagati Abbruzzese, Zola, Mosillo e D’Aguanno)

All’epoca, Francesco Mosillo è entrato nel Consiglio d’Amministrazione Cosilam in rappresentanza del centrosinistra e dell’opposizione in seno al Comune di Cassino che è il socio pubblico con la quota più grande. Ma oltre ad essere un consigliere comunale Pd, Mosillo è anche un imprenditore e questo gli consentiva di avere un ruolo di equilibrio tra lue due anime dell’assemblea.

Oggi il quadro politico di riferimento si è modificato. E sono in tanti a reclamare quella casella.

Il mare agitato

Il Cosilam è composto da soci pubblici (33 Comuni del Cassinate e la Provincia di Frosinone) e soci privati (due banche, le associazioni di imprenditori Unindustria, Federlazio, Confimprese Italia, la Camera di Commercio. l’Università, il consorzio di bonifica Valle del Liri).

Sono i privati reclamare più visibilità: nei mesi scorsi, con l’elezione del nuovo gruppo dirigente hanno dovuto rinunciare al presidente Pietro Zola, sostituito da Mario Abbruzzese che è espressione del mondo politico.

Le acque sono agitate perché gli imprenditori lamentano uno scarso coinvolgimento nella scelta del successore di Mosillo. Sia per il loro ruolo politico che per i loro interessi economici. Sono infatti i privati ad avere consentito la sopravvivenza del Cosilam: Banca Popolare del Cassinate e Banca Popolare del Frusinate hanno garantito la liquidità necessaria ad evitare il collasso nei conti. Pietro Zola era un interlocutore che parlava la loro stessa lingua. E ora vorrebbero che ci fosse almeno la stessa intensità di dialogo.

Politica e impresa

Un nome era stato ipotizzato: quello dell’imprenditore Marco Ciamarra di Cassino, titolare della EmmeCi Packing, vice presidente provinciale di Confimprese e quindi adatto a risponde all’esigenza di visibilità ed interlocuzione reclamata dai privati, equidistante da Unindustria e Federlazio.

A tentare di bruciarne la nomina è stata la Lega: sostenendo che Ciamarra è anche un loro rappresentante.

Il che ha ottenuto l’effetto di far alzare gli scudi al Pd: dove sono in due però a voler mettere la spada sulla bilancia. Si tratta del sindaco di Aquino Libero Mazzaroppi (che per un certo periodo è stato il possibile candidato presidente in quota centrosinistra, salvo poi ritirare la disponibilità di fronte ad un quadro politico diventato favorevole al centrodestra). E del sindaco di Castrocielo Filippo Materiale (che rivendica l’assenza di rappresentatività negli Enti partecipati, per il suo Comune).

Le tre partite di Mario

A risolvere la questione sarà l’abilità politica di Mario Abbruzzese. Che a pescare con il mare in tempesta è capace come pochi: al punto di sperare che le acque si agitino (i maligni sostengono che sia lui ad agitarle senza lasciare tracce).

Intanto è riuscito in un intento: all’assemblea di oggi si va senza un nome predefinito.

L’altra partita è quella per il riequilibrio nell’amministrazione comunale di Cassino e la ricomposizione del gruppo di Forza Italia: in mattinata Abbruzzese ha iniziato la difficile opera di rimontaggio del giocattolo politico finito in cocci (leggi qui La difficile partita a scacchi di Mario Abbruzzese). Non è escluso che un pezzo del riequilibrio possa passare proprio attraverso il Consorzio Industriale.

Il trasloco

La terza partita è la più amena. L’ex presidente del Consiglio regionale del Lazio ha dovuto smontare i mobili del suo ufficio in piazza Labriola. Lascia la sua sede di rappresentanza. L’immobile deve essere sottoposto a lavori di ristrutturazione.

Abbruzzese per ora è rimasto senza poltrona (nel senso fisico del termine). ma non senza problemi.

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