Ha bruciato tutti. Mentre gli altri in Italia si stanno organizzando, Turriziani ha già lanciato la sua sfida. Ha iniziato a piazzare le card con cui realizzare la fatturazione elettronica per scaricare dalle tasse i rifornimenti di benzina e gasolio.

Dove sta la novità? Sta nella legge di Bilancio 2018. Introduce dal 1° luglio prossimo l’obbligo di fatturazione elettronica e di pagamento tracciabile quando si fa rifornimento di carburante. È la prima parte di un progetto per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione: nel giro di pochi mesi pretenderà da tutti noi che le fatture transitino sul Sistema di Interscambio (SDI) dell’Agenzia dell’Entrate.

Come funziona? Ogni volta che faccio benzina devo lasciare i dati? E se vado al self service? Turriziani Petroli ha bruciato tutti sul tempo: ha sviluppato una app, organizzato il sistema di comunicazione automatica tra i suoi impianti ed Agenzia delle Entrate

Cosa succede il 1 luglio alla scheda carburanti e cosa bisogna fare per dedursi i costi per gli acquisti di benzina e gasolio autotrazione?

I pagamenti – spiega Giovanni Turriziani, presidente di Unindustria Frosinone e già componente del board di Assopetroli – dovranno essere tracciabili. Bisognerà pagare usando solo carte di credito, carte prepagate, carte carburanti, ma anche bonifico, rid, assegni. La fattura dovrà essere emessa entro le ore 24 del giorno della cessione, oppure entro il 15 del mese successivo laddove ci sia un buono di cessione, analogico o digitale, che riporti i dati necessari ad identificare la cessione. La fattura emessa dal cedente verrà inviata allo SDI e poi, se completa, verrà recapitata alla PEC o al codice univoco richiesto dal cliente.

 

Quindi pago immediatamente e mi arriva una fattura immediatamente? Chi la emette?

Non necessariamente. Chi ha una carta di credito certamente paga subito e chiede la fattura elettronica. Qui iniziano i problemi operativi. Immaginatevi una stazione di servizio in cui si bloccano le erogazioni per entrare sul portale dello SDI, inserire i dati, inviare la fattura. Non semplicissimo. Con una carta carburante, si paga secondo le modalità definite contrattualmente e poi arriva la fattura con il riepilogo di tutti i dettagli delle transazioni.

 

Facciamo un esempio pratico

Se è una prepagata idonea a verificare i dati del soggetto passivo di Iva in maniera univoca, la fattura con Iva viene emessa al momento della ricarica. Con il dettaglio di tutti i buoni di cessioni si porta in deduzione il costo del carburante. Altro esempio, è una carta con pagamento dilazionato, la fattura può arrivare successivamente laddove ci sia un contratto, ad esempio un contratto di somministrazione.

Ancora troppo difficile, avete una soluzione pratica per chi oggi mette i timbri sulla scheda?

Le schede carburanti 2.0 elettroblu, cambiano poco le abitudini, sono conformi alle nuove prescrizioni. Soluzione old style: un nostro gestore di fiducia emette la sua carta carburante, fa la fattura elettronica riepilogativa, viene pagato secondo le modalità stabilite contrattualmente.

Nuove soluzioni. Con la Ricaricabile la Turriziani Petroli emette fattura immediatamente, il cliente si rifornisce presso l’intera rete di punti vendita e gli mandiamo il dettaglio in modo digitale. Uovo di Colombo, tu hai una carta di credito?

 


Scheda ID con i tuoi dati iva, fai rifornimento nella rete dei punti vendita, paghi con la carta, in automatico ti mandiamo la fattura elettronica.

 

Per chiedere la carta?

È sufficiente andare sul nostro sito, oppure cliccare sul banner della nostra pubblicità, chiedere ai gestori dei nostri impianti.

 

Ma perché lo Stato ha iniziato la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione proprio dalla scheda carburanti? Perché non andare a colpire quei due miliardi di Iva che ogni anno vengono sottratti allo Stato attraverso le frodi sui carburanti fatte all’interno della Ue? Non sarebbe stato più facile controllare quei depositi in cui transitano continuamente mezzi provenienti, tanto per fare un esempio, dalla Slovenia?

La risposta non c’è. I controlli sono partiti dalle piccole partite Iva e non dai grandi evasori. E mentre gli altri in Italia cercano ancora la risposta, Turriziani da Frosinone ha iniziato già a preparare le prime schede.

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