Il 23 gennaio scorso si è scatenato un problema che ha coinvolto gli utenti delle caselle email Libero e Virgilio, con svariati giorni di disservizio. È stato a partire dal 26 gennaio che la posta elettronica ha ricominciato a funzionare. Con l’app di iOS che ha continuato ad avere problemi e diversi utenti che ancora in rete lamentano di non riuscire a ricevere nuove email. O di aver perso quelle che sono arrivate durante il periodo del guasto.

Il provider Italiaonline ha dovuto impegnarsi non poco per comunicare la “crisi”. Si è infatti parlato di 9 milioni di account email, con tantissimi italiani in attesa di accedere nuovamente alla propria webmail e scaricare messaggi più o meno importanti. L’azienda ha cercato di mettere da subito in chiaro che all’origine del disservizio non c’è stato alcun attacco cyber ma un problema dovuto a un bug sulla nuova piattaforma di storage utilizzata.

I problemi di sicurezza

Come per ogni caso di grave down di un servizio è del tutto normale che l’accesso e il ripristino del funzionamento della posta elettronica fornita da Italiaonline non siano stati omogenei e immediati per tutti gli utenti.

Ma non finisce qui. Quando accadono problemi come questo, i sistemi diventano molto più sensibili: i disservizi diventano ghiotte occasioni per favorire fughe di dati. I criminali informatici, infatti, puntualissimi, ne hanno approfittato.

Come? Hanno avviato una campagna di Smishing (phishing via SMS) verso gli utenti @libero.it e @virgilio.it, intercettando informazioni sensibili. Lo hanno fatto approfittando della vulnerabilità degli utenti che erano in trepidante attesa di tornare padroni della propria casella email.

In particolare, i cybercriminali hanno spinto i malcapitati a confermare via SMS, cliccando su link “malevoli”, le proprie identità, sollecitandoli a farlo con urgenza al fine di ottenere la riattivazione del servizio di posta. Messaggi costruiti ad arte, questi, che veicolano la vittima verso link di pagine dove sono stati accuratamente riprodotti i loghi e la grafica dei portali di riferimento.

Il servizio strategico ed il modello Seeweb

Antonio Baldassarra CEO di Seeweb

L’indisponibilità della posta elettronica rappresenta un grave danno alla propria attività. Ci sono ancora piccole imprese che hanno un sito ma non hanno una casella di posta professionale. È l’errore che commette chi è convinto che la comunicazione sia principalmente social e digitale in generale: trascurano l’importanza di avere un indirizzo di posta elettronica pro.

Per ottenerlo non servono neanche investimenti imponenti. Una delle soluzioni nazionali a questo problema è nata sul territorio del Lazio. È quella messa a punto da Seeweb: tra i primi registranti di domini in Italia e primi in assoluto nell’introdurre sul mercato italiano soluzioni cloud. Sedi a Milano, Lugano, Frosinone, ramificazioni in mezza Europa, ha sviluppato soluzioni che vanno dall’hosting condiviso al server dedicato, dallo streaming alla colocation.

La risposta di Seeweb per le mail pro sono servizi come Cloud Mail. Soddisfano svariate esigenze a costi estremamente competitivi, offrendo un potente antispam, gestione completa e un pannello intuitivo da utilizzare.

«Avere un servizio email professionale, collegato al proprio dominio Internet – spiegano dall’azienda – non solo mette maggiormente al riparo da rischi di sicurezza e perdita dati. Ma permette anche di potersi confrontare immediatamente con il servizio clienti e accedere al supporto tecnico per qualsiasi problema». 

La Class action debole

Foto: The Digital Artist

A seguito del guasto che ha afflitto le caselle email Libero e Virgilio, molti italiani stanno organizzando class action per richiedere indennizzi a Italianonline. Lo faranno avvalendosi del supporto delle organizzazioni in difesa dei consumatori. Ma va ricordato che si tratta di un servizio gratuito, regolato sì da condizioni contrattuali ma che solitamente mette la società al riparo da responsabilità in simili casi.

«Chi ha usato un servizio totalmente gratuito per ricevere e inviare email da clienti, fornitori, dalla sua banca, dovrebbe invece fare una riflessione – analizzano gli esperti di Seeweb -. Perché un servizio email non è scontato e, se di lì passano dati “critici”, occorre sceglierlo con consapevolezza».

(Foto di copertina © DepositPhotos.com)

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