La Gran Tour Rain Box di Palianoha comprato la Albatros: terzo marchio in Italia nel settore del wellness. L’annuncio è arrivato in diretta questa mattina dai microfoni di Rtl 102.5. Nel corso della trasmissione Eccellenze Nazionali l’imprenditore Gerardo Iamunno ha ufficializzato l’acquisizione dello storico marchio di Spilimbergo (Pordenone).

È la seconda grande acquisizione compiuta da aziende della provincia di Frosinone sullo scenario industriale nazionale. La settimana scorsa Francesco Borgomeo aveva acquisito la Ceramiche Tagina di Gualdo Tadino (leggi qui Insaziabile Borgomeo: rileva anche la storica Tagina di Gualdo Tadino).

Dai box doccia alle saune

Albatros operava fino a qualche anno fa con lo storico marchio Domino. Poi ha attraversato un periodo di crisi legato al calo delle produzioni nel campo del benessere e del lusso. Fino a qualche anno fa occupava oltre cento dipendenti ed era fornitore delle vasche ad idromassaggio per la Costa Crociere.

A Paliano resta la produzione di mobili da bagno e box doccia: quelli che oggi sono al Salone del Mobile di Milano: il tempio dell’arredo casa, nel quale tutti gli osservatori ed i buyers mondiali vengono a vedere cosa hanno saputo creare di nuovo gli italiani. A Spilimbergo si produrranno saune, bagni turchi e piscine.

Innamoriamoci delle fabbriche

L’annuncio fatti da Gerardo Iamunnoai microfoni di Rtl 102.5da Cologno Monzese è stato un inno al Made in Italy. «Dobbiamo tornare ad innamorarci delle fabbriche e dei luoghi di produzione: è lì che abbiamo costruito la nostra forza e la nostra credibilità nel mondo. La nostra capacità di fare le cose bene e con un gusto che solo noi possediamo».

Le fabbriche oggi non vengono più viste come luogo di produzione. «Prima c’era l’orgoglio di andare in fabbrica e produrre qualcosa che andava in giro per il mondo. Qualcosa che ritrovavi nelle case degli italiani, qualcosa che parlasse di te e della tua capacità di essere lavoratore, di costruire… Oggi le fabbriche invece vengono viste come luoghi che inquinano, nei quali si fa business e basta».

È una dichiarazione d’amore verso la produzione italiana quello che lancia l’imprenditore che a Paliano ha creato un polo nazionale del buon gusto e del design nell’arredo bagno.

«Dobbiamo cambiare il nostro modo di vedere le fabbriche, dobbiamo tornare ad innamorarci della produzione, ad essere orgogliosi della nostra capacità di generare prodotto».

Manca la manodopera

Lancia un allarme, Gerardo Iamunno. «Il lavoro manuale sta scomparendo dalla nostra mentalità. C’è un dato su Frosinone e sul Lazio che fa paura: il 68% dei ragazzi è iscritto ad un liceo, invece la media nazionale è il 55% . Questo ci dice che i nostri giovani si stanno allontanando dalle fabbriche, che tra pochissimo avremo difficoltà a reperire manodopera qualificata. Se oggi molte fabbriche sono ripartite oppure, come nel caso della Albatros, hanno avuto l’opportunità di ripartire, è anche e soprattutto per il grandissimo capitale umano che c’è al loro interno: gente capace di lavorare. Non è facile trovarne».

Spilimbergo, Frosinone: due Italie

Ma il cambio di passo non deve essere solo nei giovani. Gerardo Iamunnoè presidente della sua sezione produttiva in Unindustria, l’associazione che riunisce gli industriali del Lazio, la seconda in Italia dopo Assolombarda.

«C’è un problema di mentalità da parte delle pubbliche amministrazioni. A Spilimbergo non conoscevo nessuno, quando sono andato.a presentarmi in municipio ho trovato una macchina amministrativa efficientissima. Non facevo in tempo ad indicare un problema che avrei voluto risolvere e dopo due minuti d’orologio c’era già il funzionario responsabile al telefono che era lì per vedere come e cosa si dovesse fare». Lo stesso atteggiamento che Borgomeo ha trovato in Umbria. Ma non in Ciociaria (leggi qui Il giocattolo che rischia di rompersi, cancellando un migliaio di posti)

A Frosinone invece? Il paragone possono essere le strade dell’area industriale: la cosa più vergognosa che possa esistere come biglietto da visita per un investitore straniero. La cosa meno efficiente per chi deve trasportare le merci e le materie prime.

«Noi imprenditori di Unindustria, insieme a Federlazio, abbiamo proposto di pagarci il rifacimento totale di quelle strade. È una spesa da milioni di euro ma abbiamo detto di essere pronti. Abbiamo chiesto di applicare una norma prevista dal nostro ordinamento: il‘baratto amministrativo’. Alle pubbliche amministrazioni abbiamo chiesto solo: scalateci quei soldi dall’importo dell’Imu e dalle altre tasse comunali. E dateci in tempi normali le autorizzazioni».

La risposta, non è ancora arrivata.

Nel frattempo però Iamunno continua ad innovare, disegnare progettare e costruire. A sperare che ad Anagni gli sistemino le buche Ed a comprare fabbriche. A Spilimbergo, dove c’è ancora la spunta ad innamorarsi della voglia di produrre e del made in Italy

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