Il prima raggio di luce fuori dal tunnel. Quanto durerà lo si saprà solo nel 2018. L’anno che sta per concludersi però è stato forse l’ultimo di un ciclo terribile. Ne è convinta Federlazio, la Federazione provinciale delle Piccole e Medie Imprese.

La relazione economica elaborata in queste ore e destinata solo agli associati parla di un 2017 dai chiari segnali di ripresa. Giunge al termine di un triennio non proprio facilissimo. Proprio per questo motivo gli analisti di Federlazio dicono che quel tiepido raggio di sole va rafforzato, consolidato, ulteriormente accresciuto e reso stabile nel tempo.

CAMBIA LO SCENARIO

Per Federlazio c’è stata una trasformazione dello scenario economico. Ma per consolidare la ripresa nel 2018 occorre puntare su tre fronti.

Il primo. Dotare la provincia di Frosinone di un collegamento ferroviario veloce sulla tratta Roma-Cassino.

Lo studio ricorda che già dal 2015 l’associazione sta lavorando in questa direzione. Ottenendo anche impegni precisi ed al massimo livello decisionale. Rimasti però solo parole. Nonostante ad impegnarsi con il presidente di Federlazio Alessandro Casinelli fosse stato l’allora ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, insieme ai rappresentanti della Regione Lazio nonché i vertici di Trenitalia e di tutti gli enti coinvolti in questo progetto.

Il paradosso è che in quell’occasione ciascun soggetto presente al Tavolo manifestò la propria disponibilità a condividere il progetto e a rimuovere tutte le difficoltà.

Nessuno da allora ha visto qualcosa di concreto.

LA SCOMMESSA DELLA QUALITA’

Il secondo filone di interesse sul quale Federlazio consiglia di orientare l’azione è la qualità. Viene giudicato un elemento fondamentale per affrancarsi da quella sorta di “patrocinio romano” che aveva guidato lo sviluppo industriale ciociaro negli anni della Cassa per il Mezzogiorno.

Gli esperti sostengono che in provincia di Frosinone questo patrocinio può essere superato sostituendolo con la “cultura della rete” e del lavorare insieme.

BUROCRAZIA E TASSE LOCALI

La burocrazia però è ancora un ostacolo per le imprese della provincia di Frosinone. Così come la tassazione locale.

Federlazio punta il dito contro la Tari, la tassa sui rifiuti. Sostiene che sta diventando un fattore in grado di far decidere ad un imprenditore se restare ad operare su questo territorio oppure delocalizzare, tanto essa appare vessatoria alle imprese.

Più di qualche impresa ha rilevato che non sempre la Tari è aderente, nei vari regolamenti comunali, allo spirito della legge nazionale che la ispira.

Proprio per questo nel marzo scorso c’è stato un confronto con i vertici politici e dirigenziali di amministrazioni per proporre un tavolo di lavoro in cui affrontare insieme i principali nodi problematici.

INNOVARE PER RESISTERE

L’associazione guidata da Alessandro Casinelli ha confermato nel 2017 le sollecitazioni agli associati affinché investano in innovazione.  Ma anche sul trasferimento tecnologico e sul rafforzamento dei rapporti con le università ed i centri di ricerca. per questo è stato sottoscritto nell’aprile 2016 un Protocollo di intesa con l’Università di Cassino, grazie al quale sarà più facile per le imprese intensificare l’attività di innovazione che rappresenta oggi più che mai la principale, se non l’unica, via per poter mantenere alto il loro livello di competitività.

Un’altra importante iniziativa avviata quest’anno è stata la costituzione nell’aprile scorso dell’OPT, l’Organismo Paritetico Territoriale di Frosinone (articolazione dell’OPRAS regionale), composto da Federlazio e CGIL-CISL-UIL, con l’obiettivo di offrire supporto alle imprese, ai lavoratori nell’azione di miglioramento degli ambienti di lavoro, delle condizioni di lavoro e delle relazioni interne.

LA BATTAGLIA PER GLI ENTI

C’è poi il tema degli enti intermedi: Camera di Commercio ed Aree Industriali su tutti. Nel 2017 Federlazio è stata dapprima affiancata ma poi contrapposta ad altre associazioni imprenditoriali.

Ci sono state nel gioco fisiologico delle alleanze repentini cambi di fronte da parte di alcuni che hanno penalizzato l’associazione, estromettendola da alcuni tavoli sui quali i giocano partite non secondarie per lo sviluppo del territorio.

Questo ha inevitabilmente determinato una fase di rigidità nei rapporti tra le associazioni, che però in questi ultimi tempi si stanno pian piano ridefinendo in senso positivo, grazie anche ad un avvicendamento ai vertici di molte associazioni e ad un lavoro paziente di ricucitura che comincia a dare qualche risultato.

Particolare peso viene attribuito poi al fatto che l’associazione si è ricompattata ed è riuscita a conservare pressoché inalterato il suo profilo, la sua credibilità, la sua capacità di interloquire con le istituzioni.

Exit mobile version