Il Lazio ha il 9% delle startup italiane attive nell’innovazione tecnologica e digitale del settore Agricolo e Agroalimentare. Le ha censite l’osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell’Universita’ di Brescia.

Le regioni con la maggiore presenza di startup ‘Smart AgriFood’ sono la Lombardia e l’Emilia-Romagna (33% la prima e 17% la seconda). Il Lazio conta il 9% delle startup, poco più del Veneto che conta l’8% mentre la Campania è al 6%.

Il dato emerge dalla ricerca sull’ecosistema startup realizzata dall’Osservatorio e diffusa a pochi giorni dall’inizio delle Fiere zootecniche internazionali di Cremona 2018 (dal mercoledi’ a asabato a CremonaFiere).

 

«Le nuove imprese, quelle che ora sono chiamate startup, incentivano e generano la ricchezza futura di un settore. La forte crescita delle startup ‘Smart AgriFood’ riscontrata in Italia nell’ultimo biennio è perciò un dato estremamente positivo», osserva Filippo Renga direttore dell’osservatorio.

«Le startup che lavorano sull’agricoltura 4.0 stanno puntando in modo deciso sulla raccolta, gestione ed elaborazione dei dati, cercando di collaborare sempre più con le imprese consolidate di qualsiasi filiera produttiva, dal vitivinicolo all’ortofrutta, dall’olivicolo al cerealicolo» aggiunge Andrea Bacchetti, co-direttore dell’osservatorio.

 

Esplorando i mercati di riferimento delle startup analizzate, lo studio evidenzia la spinta verso soluzioni tecnologiche trasversali a più ambiti agricoli e agro-alimentari.

Guardando invece i settori verticali, emergono come i piu’ esplorati il vitivinicolo (17%) e l’ortofrutticolo (14%).

Il 4% delle startup analizzate offre soluzioni per il settore lattiero-caseario volte a monitorare e migliorare il benessere animale oppure a controllare la qualita’ dei prodotti nelle fasi produttive.

 

Il 50% delle startup dell’agrifood opera nell’ambito dell’e-commerce, comparto in cui emergono modelli di business innovativi volti a dare sostenibilità ai piccoli produttori di qualità, aprendo loro un canale diretto verso i consumatori finali, come nei casi delle startup Biorfarm e Save by booking.

Emergono, inoltre, spunti innovativi nell’ambito della tracciabilità, comparto che conta il 6% delle startup italiane grazie all’applicazione di tecnologie innovative come la blockchain per garantire la filiera produttiva.

 

«Proprio per offrire quella panoramica fra soluzioni smart per l’agrozootecnia e il contatto diretto fra startup e operatori del settore – conclude il presidente di CremonaFiere, Roberto Zanchi abbiamo pensato all’Agrinnovation Summit durante le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona. In questo contesto, la stretta integrazione tra veterinaria, zootecnia, nutrizione, agricoltura, agrotech e foodtech, diventa una straordinaria opportunita’ per avere un collegamento diretto con la comunità scientifica internazionale, una visione di scenario completa e di alto profilo, un’indicazione di soluzioni concrete per l’impostazione del proprio business».

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