L’ha presa alla lontana, partendo dai cambiamenti imposti dal Covid. Ma basta soffermarsi agli “indirizzi” per capire che quella di Giovanni Acampora è una richiesta di trovare sì un punto di equilibrio condiviso per la presidenza della Camera di Commercio. Ma anche un modo per raggiungere un’intesa a tempo scaduto dopo aver preso atto di non avere i numeri per vincere la partita. (Leggi qui Super Camera di Commercio: il Covid frena il presidente).

Questo toglie nulla all’importanza del gesto. Giovanni Acampora, presidente della Confcommercio Lazio Sud, ha scritto al presidente di Unindustria Angelo Camilli ed a Miriam Diurni e Pierpaolo Pontecorvo, responsabili delle Territoriali di Frosinone e di Latina. Cioè ha scritto solo ad Unindustria. Non alle altre associazioni.

Il testo della lettera

Prologo: “Cari Presidenti, stiamo vivendo uno dei periodi più difficili della nostra storia, la sciagura di una pandemia che ridisegnerà totalmente i confini del nostro mondo così come lo abbiamo conosciuto. Cambieranno le nostre abitudini, il nostro modo di fare impresa, le nostre consuetudini e cambierà anche il mondo della rappresentanza datoriale. Per affrontare tutto ciò occorrono scelte coraggiose e condivise”.

Atto primo, secondo e terzo: “Sono consapevole che non sempre questo è facile, ma noi che rappresentiamo importanti Associazioni abbiamo l’obbligo morale di provarci. Incominciamo a farlo insieme, a partire dalla elezione della nuova governance della Camera di Commercio del Basso Lazio. Dobbiamo provarci, incominciando a mettere da parte rivendicazioni personali, campanilismi e fughe solitarie. Ridisegniamo insieme un modello virtuoso ed inclusivo, che possa realmente aiutare le imprese, rispettoso dei territori, delle rappresentanze e delle competenze”.

Rinuncio a candidarmi

Marcello Pigliacelli e Giovanni Turriziani

Confcommercio, nel solco della linea tracciata dal nostro Presidente Nazionale Carlo Sangalli attualmente anche alla guida di Unioncamere Nazionale, crede fermamente nel processo di riforma delle Camere di Commercio. Ed anche nella straordinaria opportunità che la nascita del nuovo Ente camerale rappresenta per l’economia dei nostri territori. La creazione di un’area vasta che conta quasi un milione di persone e oltre centomila imprese, non può essere vanificata da ambizioni personali ed egoismi”.

Per queste ragioni, Confcommercio è pronta a mettersi a disposizione, non avanzando candidature laddove si arrivi ad una governance condivisa, che sia però realmente innovativa, oltre che rispettosa delle rappresentanze territoriali”.

Conclusione: “Caro presidente, nei prossimi quindici giorni è prevista la nuova adunanza, facciamoci trovare pronti, abbiamo tempo, ce lo chiedono le nostre imprese, i territori, ma soprattutto ce lo chiede l’istituzione che siamo chiamati a rappresentare. Con i migliori saluti”.

Acampora: Troviamo un accordo

Foto: © Imagoeconomica, Giacomo Quilici

In sostanza Acampora chiede ad Unindustria di sostituire il candidato in corsa per la presidenza. Cioè Marcello Pigliacelli. Facendo chiaramente intendere che anche lui è disposto a fare un passo indietro. In questo modo prova a lasciare il cerino in mano ad Unindustria.

Ma perché l’associazione degli industriali dovrebbe sostituire il candidato che essa stessa ha richiamato in campo? Attraverso Giovanni Turriziani, che ha già declinato da tempo l’invito a concorrere lui per la presidenza dell’ottava Camera di Commercio italiana?

Il pallino in mano a Marcello

Il pallino ora è in realtà nelle mani di Marcello Pigliacelli. Soltanto lui potrà decidere se effettuare o meno un passo indietro. Perché è ormai evidente che il 20 ottobre avrà i diciassette voti per vincere. (Leggi qui Pigliacelli, il presidente che ha già vinto).

La mossa di Acampora, se fatta prima, sarebbe stata sicuramente più incisiva. Adesso rischia di essere tardiva. Unindustria ha già vinto la partita. Resta solo da vedere con chi nel ruolo di centravanti e chi in quello di regista.

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