Il Lazio è tra le regioni italiane dove le imprese crescono di più. E per quanto riguarda il saldo tra imprese nuove e cessate, è il Mezzogiorno a registrare il migliore risultato del trimestre. “Solo” 1.514 imprese in meno in un anno, pari a una variazione negativa dello stock dello 0,07%.

I DATI DI UNIONCAMERE

Meno aziende abbassano le saracinesche, ma rallentano le nuove aperture. Chiude in Rosso il bilancio dei primi tre mesi di quest’anno con una perdita di 15.401 realtà imprenditoriali. Un trimestre che tradizionalmente registra un segno meno all’anagrafe delle Camere di Commercio.
Guardando all’intera Italia, quasi tutte le regioni, con l’eccezione di Sicilia (+0,18%), Lazio (+0,16%) e Campania (+0,07%),evidenziano saldi negativi. Con in testa Marche e Valle d’Aosta (-0,64%) seguite dal Piemonte (-0,60%). Emerge dai dati sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel I° trimestre 2018, diffusi da Unioncamere – InfoCamere.

I SETTORI

Tra gli artigiani, nessuna regione chiude in positivo e in sette casi: Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Basilicata, Calabria e Sicilia si registra un’ulteriore contrazione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.
Tra i settori, i saldi positivi più significativi si registrano nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese. Parliamo di +1.326 unità, per una crescita dello 0,7%.  Nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, mille un’unità nei primi tre mesi del 2018, e nei servizi di informazione e comunicazione (+580).
Rispetto al I trimestre 2017, due tra i tre settori numericamente più consistenti dell’economia evidenziano un’inversione di tendenza. Pur continuando a far registrare un segno ”meno” davanti al proprio saldo, con perdite dello stock più contenute rispetto a dodici mesi fa: le costruzioni (-0,61% contro -0,67%) e le attività manifatturiere (-0,53% contro -0,57%).
Il commercio continua invece ad arretrare perdendo quasi mille unità in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Saldo negativo di 9.648 imprese (-0,57% in termini relativi), risultato peggiore di quello del 2017, quando il saldo si attestò a -8.766 unità.
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